Nuovi orizzonti

Orizzonte

Questi primi quattro mesi del nuovo anno sono passati in fretta e tante cose sono successe così come molte altre si susseguiranno nella logica di un tempo che passa sempre più rapidamente, con nuovi accadimenti, impegni, propositi e anche rinnovate speranze a tutti i livelli. In questa nostra epoca di globalizzazione diffusa e di estrema concretezza siamo sempre più convinti che comunque la strada migliore da seguire sia ancora una volta quella delle idee e dei propositi, dell’equilibrio ma anche del sogno. Non è un caso forse che il XXIX Salone del Libro di Torino, a cui parteciperemo la prossima settimana, abbia come titolo Visioni, proiezione tematica quanto mai suggestiva e lungimirante. Intanto quasi cento anni fa il nostro Paese si apprestava (24 maggio) al giro di boa del primo anno di guerra con un sanguinoso bilancio di decine di migliaia di morti nelle trincee del Carso, sul monte Sabotino, sull’altipiano di Asiago, lungo l’Isonzo. Italiani, Austriaci, Ungheresi, Croati e Bosniaci, accomunati in un unico tragico destino. La Grande Guerra, così battezzata poi a livello popolare nel ricordo di quell’immane carneficina, avrà dopo ancora quasi tre anni un epilogo vittorioso per l’Intesa (e quindi anche per l’Italia), decretando la fine degli Imperi Centrali ma aprendo la via in Europa, come conseguenza più prossima, ai nazionalismi e al fascismo. La storia non fa sconti e oggi ci ritroviamo alle prese con una altrettanto drammatica escalation bellica che investe di nuovo un Continente pacificato, ma economicamente e politicamente diviso dalle logiche speculative dei suoi governi. Una guerra strisciante, con il terrorismo islamico protagonista assoluto, grazie agli errori e agli interessi diversi di un Occidente senza identità propria e senza un progetto, almeno per il momento, che possa indicare un futuro diverso per i popoli del nostro Pianeta.
Più volte abbiamo fatto riferimento nella rubrica DayByDay alla figura di Papa Francesco come voce autorevole, universale e saggia, in un momento di così grande confusione di prospettiva e di valori come quello che tutti viviamo ogni giorno. E proprio Sua Santità abbiamo incontrato, nel nostro piccolo ambito di impegno e di proposta, lo scorso 24 febbraio consegnandogli Il Diario Personale delle Ore. Diario della Misericordia, quale testimonianza per una riflessione profonda sul grande tema che questo Giubileo Straordinario (fortemente voluto da Jorge Bergoglio) solleva e sollecita nelle coscienze di ognuno. L’altro elemento indifferibile è certamente quello della cultura, terreno smisurato ed inespropriabile di incontro, di partecipazione, di conoscenza e possibilmente di condivisione. La cultura come motore di cambiamento e di progresso civile. È questa verosimilmente la dimensione del nostro impegno. Il recente rinnovo della ormai storica Convenzione con la Società Geografica Italiana, così come a breve altri importanti Accordi istituzionali, vanno in questa direzione aprendo di fatto nuovi e stimolanti orizzonti di lavoro con l’obiettivo di rendere omogenee aree di intervento diverse, dando contemporaneamente spazio ad idee, intelligenze, programmi e professionalità in cerca di altrettante nuove espressioni. L’arte, a partire dagli Artisti della Nuova Scuola Romana, ma anche nella rilettura delle sue secolari vicende, sarà alla base di questo inedito percorso di ricerca e di contaminazione che potrà spaziare, ancor più di oggi, dalla Cartografia antica a Civiltà del Mare, all’ambito editoriale, dai Grandi Temi della Fede alle Imprese e al Corporate, realizzando ci auguriamo le condizioni per la creazione di un Polo comune di propositività e di partecipazione.

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Certo crescita dei ricavi e fatturato sono essenziali per dare sostanza ai progetti. Molto dipende dai nostri clienti e dalle risposte del nostro mercato di riferimento, anche se è opportuno ed auspicabile andare oltre la “nicchia” che oggettivamente ci siamo costruiti nel tempo. Si può fare meglio e di più, ma questo è in relazione in assoluto alla nostra capacità di comunicazione e di semplicità d’essere nell’azione commerciale con cui facciamo i conti ogni giorno. Abbiamo la presunzione di immaginare un sempre più ampio “movimento” di vicinanza, di consenso e di fattiva partecipazione. Acquisire le nostre opere e i nostri prodotti potrà fare la differenza quale consapevole sostegno alla nostra azione. Pensiamo altresì che il programma di sviluppo della Sezione Orologi a marchio Dogi 1964 avrà modo con tutta probabilità di favorire questo processo in termini di crescita del portafoglio clienti e di conseguenza di numeri nella loro necessaria essenzialità. Le nuove esclusive Collezioni in prossima uscita saranno in questo senso determinanti anche per la notevole originalità e bellezza dei modelli che andremo a presentare. Del resto abbiamo ripreso da febbraio a camminare da soli operando come nel passato in prima persona a livello vendite e possiamo dire con soddisfazione che i risultati di periodo ci danno pienamente ragione.

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Basta questo? Non crediamo. Siamo solo all’inizio di un lungo cammino commerciale e la rete dei nostri colleghi impegnati nella vendita sul campo deve ragionevolmente ampliarsi. Chi sarà con noi in questo cammino potrà sentirsi riteniamo particolarmente gratificato sul piano professionale, ma soprattutto avrà modo di sentire sulla pelle il fascino della scoperta di nuovi orizzonti possibili. In merito avremo a breve delle interessanti novità.

Confermiamo infine, per ragioni di giustizia, la nostra piena adesione alla campagna di Repubblica per la verità sulla morte di Giulio Regeni a cui va un ricordo affettuoso così come alla sua coraggiosa famiglia.

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F. M.
Maggio 2016


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