L’anno che si è appena concluso sarà senza dubbio ricordato per due importanti anniversari che a distanza di cinquant’anni l’uno dall’altro hanno influenzato in maniera quanto mai significativa la storia del novecento, non solo in Italia e in Europa, ma anche a livello internazionale.
Infatti nel 1918 terminava la Prima Guerra Mondiale con la sconfitta dissolutoria degli Imperi Centrali e l’affermazione dei Paesi aderenti all’Intesa (Stati Uniti compresi) determinando un drammatico passaggio epocale che già la Rivoluzione Russa l’anno precedente aveva preannunciato nella sua piena evidenza. Una spaventosa carneficina con milioni di morti e feriti che rimane tutt’ora una ferita profonda anche se lontana prodotta non solo dalla follia nazionalista del tempo, ma da grandi interessi economici evidentemente non conciliabili se non con il ricorso cinico e barbarico alla guerra. Anche per l’Italia fu Vittoria accompagnata però inevitabilmente da tante pene e tanto dolore per chi non sarebbe più tornato, così pure come occasione straordinaria di incontro fra tante diverse provenienze nelle trincee, sugli altipiani e le montagne di terre sconosciute ai più.
La guerra avrebbe dato vita inoltre a grandi sconvolgimenti nel nostro Paese ed in Europa aprendo la strada al Fascismo, alla sciagurata parentesi hitleriana, all’Olocausto e solo dopo vent’anni ad un nuovo e ancor più spaventoso conflitto bellico su scala mondiale.
Il secondo anniversario ci porta invece al 1968, al maggio francese, a Valle Giulia, alla primavera di Praga e ad un incontenibile movimento di giovani, studenti, intellettuali, operai e lavoratori che aveva preso il suo avvio dirompente nei Campus delle Università americane, nella lotta per i diritti civili, contro apartheid ed autoritarismo, contro la guerra nel Viet Nam. Sarebbe rimasto quell’anno mitico ed eccezionale quale icona trasversale di una grande rivoluzione culturale e di un cambiamento epocale che avrebbe dato vita di lì a poco, nel bene e nel male, ad un mondo nuovo, profondamente diverso e forse più consapevole del suo essere.

(1848. Cinque Giornate di Milano, dipinto di Baldassare Verazzi)
Per la verità ci sarebbero stati volendo altri due anniversari a fare egualmente da riferimento.
Il 1948 ed in particolare i 18 aprile di quell’anno quando la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi vinse le elezioni battendo seccamente i partiti di sinistra riuniti nel Fronte Popolare. Di fatto si suggellava in via formale la peculiare anomalia del quadro politico italiano condizionato pesantemente poi per decenni da una democrazia ad autonomia limitata, frutto della sconfitta militare, del passaggio alla guerra fredda e dei conseguenti accordi atlantici.
Ancor prima, esattamente un secolo, la mente corre al fatidico, libertario 1848 che incendiò l’Europa di allora e di cui ancora perdura il ricordo nei detti popolari, nell’abitudine a riferirsi a quei fatti leggendari come metafora quasi assoluta di importanti e radicali immediati accadimenti, comunque differentemente eversivi.
Naturalmente il 2018 ha riguardato anche Progetto Editoriale che ha vissuto un anno straordinario ed indimenticabile non solo nella performance commerciale che ha segnato un clamoroso + 95% rispetto al 2017, ma per idee, programmi, eventi ed una fortissima crescita della struttura nel suo complesso che ci colloca di fatto nelle prime posizioni di mercato nel nostro Settore, con tutto quello che questo comporta evidentemente in termini di onori ed oneri, lì dove gli oneri sono sempre certi, mentre per gli onori come al solito si vedrà a consuntivo.
C’è da dire che non scrivevamo in questa rubrica addirittura dal maggio sempre 2017, non perché mancassero temi da sviluppare o notizie da commentare, ma per scelta istintiva, poiché volevamo andasse a compimento in maniera concreta quel nuovo processo di sviluppo che proprio in quei giorni di primavera incominciava il suo cammino. Tante cose, troppe forse per poterle riportare in maniera assoluta e definitiva, mentre invece si evolvevano di continuo fra cambi di rotta, qualche contraddizione e la piacevole curiosità di essere allo stesso tempo protagonisti e spettatori di una spinta così dirompente se pur con le sue tante diversità da leggere e da comprendere.
Poco male. Recupereremo con una serie di puntate successive periodiche, di cui questa è la prima, andando a ripercorrere un anno e mezzo della nostra vita societaria, con uno sguardo altrettanto importante rivolto al prossimo biennio che si è aperto qualche giorno fa, per quello che andremo a fare.
Buona lettura a tutti.
F. M.
Gennaio 2019