La Geografia di una Storia.
Esattamente un anno fa eravamo al Salone del Libro di Torino ospiti dello Stato Maggiore Difesa e della Marina Militare per presentare Civiltà del Mare. La Grande Storia della Marineria Italiana. Chi scrive si muoveva un po’ in carrozzella, un po’ aiutandosi con le stampelle per una brutta caduta che avrebbe avuto conseguenze e procurato qualche disagio fino alla metà dello scorso luglio. Come avevamo descritto al tempo, la crisi lampante di uno degli appuntamenti storici dell’editoria nazionale ha avuto il suo sconcertante epilogo quest’anno con due diverse manifestazioni più o meno fotocopia, a Milano qualche settimana fa e appunto a Torino con chiusura quest’oggi, entrambe molto al di sotto delle attese non solo come visitatori, ma soprattutto come originalità, interesse e proposta. Il che ripropone con forza un tema il più delle volte trascurato e anche volutamente sfuggito, equivalente ad un cortocircuito assai preoccupante dell’industria culturale del nostro Paese, a cui non bastano evidentemente le pur tante e meritorie iniziative in essere ogni giorno in tutt’Italia per uscire da una empasse sempre più radicata e diffusa. Il problema è che manca di sicuro un progetto d’insieme, una larga discussione di confronto, una se pur difficile condivisione finalizzata, una marcata proiezione europea ed internazionale, proprio su un terreno così ineludibile e strategico come quello della cultura, di cosa significhi fare cultura oggi, fra cambiamenti epocali, nuove tendenze, domanda e mercato. Non iniziare seriamente questa riflessione in una logica urgente del fare, è davvero condizione triste e desolante per tutti gli operatori del settore, almeno quelli più qualificati che potrebbero intervenire e partecipare in ben altro modo e spessore. Alle spalle c’è certamente anche un quadro d’insieme istituzionale che non aiuta, nell’irrilevanza di una “politica” quanto mai eterea, incapace di indicare strade di profonda riforma che presumibilmente dovrebbero partire dalla scuola, dall’università, dalla ricerca, dalla salvaguardia e rilancio dell’immenso patrimonio storico artistico e librario, vera ricchezza del Bel Paese e possibile fonte di occupazione e di sviluppo. Il bello o tragico della cosa è che non si tratta certo di programmi marziani. Per quanto ci riguarda saremo sempre in prima fila su questo fronte e in questa sfida di necessario, inderogabile rinnovamento che, badiamo bene, è paragonabile ad una vera e propria rivoluzione.
Nel 2019 Matera sarà la Capitale europea della Cultura e a maggior ragione un determinante banco di prova. Noi ci saremo. Con idee, proposte e programmi che tenteremo di costruire in una logica comune con i tanti potenziali interessati. Ci sarà molto da lavorare. È per queste ragioni che invece abbiamo preferito non esserci ne a Milano, ne a Torino, mentre saremo a Villa Celimontana nella Capitale, dove martedì 16 maggio, faremo dono al Presidente della Repubblica di un esemplare di Civiltà del Mare e della riproduzione cinquecentesca del Viaggio da Venezia a Costantinopoli di Giovanni Rosaccio, nell’ambito di un importante Convegno Internazionale, celebrativo dei 150 anni della Società Geografica Italiana. Per la nostra Casa Editrice si tratta di un grande onore e di un altrettanto grande riconoscimento che da valore compiuto ai tanti sacrifici e al lavoro fin qui svolto, ma la festa è della Società Geografica, mirabile istituzione e patrimonio unico della storia d’Italia fin dalla sua lontana fondazione nel 1867, nella straordinaria avventura di puntuale documentazione e racconto, ai confini più remoti di territori e continenti per lo più sconosciuti, immaginari e affascinanti nella loro fantastica misteriosità. Alla SGI ci lega un rapporto ormai ultra ventennale di vicinanza, di collaborazione e di lavoro comune, destinato a svilupparsi ulteriormente nel tempo, fin dai prossimi mesi, in quel contesto delle idee e del fare che indicavamo quale strada maestra per il futuro e per il mondo che sarà.
Maggio 2017